domenica 26 aprile 2009

Mostra a Firenze (con Ghersi)

Firenze - dal 21 aprile al 3 giugno 2009
Made! Materia. Mano. Macchina. Un filo che si è fatto tela


SAM - SPAZIO ARTI MESTIERI - COMPLESSO DEL CONVENTINO
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GHERSI IPSE DIXIT
Io campo bene o male di tessitura a mano da oltre trent'anni. Ciò risponde alla classica domanda: "E' possibile vivere di tessitura?". Nel mio caso però, la tessitura non è davvero un posto di lavoro. E' molto di meno e molto di più: più impresa esistenziale che economica, e certo non esente di follia. Ma la follia è l'essenza dello spirito umano (Hölderlin). La tessitura è infatti, antica quanto l'uomo. Nella preistoria dell'evoluzione umana, la tessitura è il paradigma empirico che scatena lo sviluppo intellettuale: il celeberrimo hardware cerebrale dello Spirito Umano.
Prima ero stato un giovane filosofo, adesso sono un vecchio tessitore... eppure mi si chiama ancora Professore, per via di quella laurea mai esercitata. Così ho fondato la mia Facoltà di Tessere in un minuscolo borgo dell'Umbria. Non c'è niente da ridere: l'Italia è un paese di università e di università paesane. In Facoltà si fa molta ricerca, sperimentale e di laboratorio tessile. Qui si testano strane fibre tessili, si riciclano gli scarti industriali (e semantici) del sistema Moda. Si tessono prototipi improbabili, però vendibili come pezzi unici ai sostenitori della Facoltà, che li utilizzano come arredamento, abbigliamento e arte. Non si gode di ulteriori contributi. Si fa anche didattica, nella Facoltà di Tessere, senza neanche disegnare progettini ma con pratica tessile: telaio rurale indo-europeo, telaio da kente afro-occidentale, telaio tribale turco-berbero... e BrandaMaglia: originale tecnica di lavorare ai ferri con le molle dei letti rottamati. Non posso vantarmi di avere inventato l'originale attrezzo della BrandaMaglia: lo ho trovato soltanto tra i rifiuti della Opulenta Società Moderna. Così come, senz'inventare nulla mai dal nulla, recupero i filati delle mode già scadute per assemblarli con effetti Missoni. Ma assai prima del Missoni, il popolo anonimo dei tessitori a mano combinava filati di recupero con effetti cromatici stupefacenti. Senza inventare nulla mai dal nulla, recupero le stoffe di alte mode, le strappo e le riciclo nel telaio: come fa il popolo dei tessitori a mano. Io però firmo tutto, espongo e documento, come un artista contemporaneo, e pubblico su Internet tutte le ricerche, come ogni scienziato democratico (http://porchiano.blogspot.com). Anche i telai dei letti rottamati, cavate le molle da BrandaMaglia, si riciclano in telai da tessitura, sui quali si annoda un tappeto tribale con gli strappi di stoffa industriale, come il suddetto popolo anonimo dei tessitori. Naturalmente, questa Facoltà di Tessere non è davvero istituzionale: è puramente situazionista. Però è antica ed orgogliosa quanto l'uomo: patrimonio culturale dell'intera umanità, che rischia l'estinzione per la sua stupidità. Ma per fortuna, come i Benedettini, si trascrivono i codici della tessitura, in attesa che i Barbari si calmino e che tutti si torni a sorridere, tutti adorni di splendidi tessuti. Tutt'altro che Volta & Gabbana, Offendi, Versacci o Mosquito... capito?


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