mercoledì 29 aprile 2009
Stracciare le mode (2)
FASHION RAGS
Leggeri scialli in lana, seta e/o cotone. Li ho tessuti utilizzando degli scampoli di stoffe di alta moda, che mi ha regalato Luigi Bonotto. Ho sezionato le stoffe, insomma le ho stracciate come al solito. E poi le ho Tramate. dentro un Ordito di lane eterogenee ma sempre di alta moda e di recupero. In qualche pezzo, ho lasciato che sporgessero le code degli "stracci", altre volte le ho nascoste. Infine ho timbrato, firmato e numerato in archivio ogni scialle, che è in effetti pezzo unico.
Tocca lavarlo prima con Perlana, perché gli scampoli erano apprettati. Poi ci vorrà il rodaggio di indossarlo, perch'esso acquisti tutta la sua morbidità: come le scarpe inglesi non è prèt a porter ma attende l'intervento dell'utente.
VIDEO al post Stracciare le mode 1
PIU' FOTO su FaceBook
La Facoltà di Tessere non ha segreti
ma vuol vedere in faccia gli studenti.
Se non a Porchiano, per lo meno su FaceBook...
domenica 26 aprile 2009
Mostra a Firenze (con Ghersi)
Firenze - dal 21 aprile al 3 giugno 2009
Made! Materia. Mano. Macchina. Un filo che si è fatto tela
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giovedì 23 aprile 2009
martedì 14 aprile 2009
Brandamaglia: LIBRO ON-LINE
Molti scrivono per avere una copia dello storico manuale "Brandamaglia".
Ma il celebre testo di riferimento è ormai esaurito, nel senso che è inutile ordinarlo all'editore Stampa Alternativa. E' anche inutile implorare l'Autore, cioè me, perché gli spedisca una copia. Mi dispiace, ne ho solo ancora 5 (cinque). Potrei cederle solo come libri rari, con dedica autografa, ai più facoltosi Sostenitori della Facoltà di Tessere, che ne ha tanto bisogno, si capisca.
Però il libro, virtualmente, esiste sempre in un file, chiamato "libro.pdf".
Ho chiesto all'editore sovversivo il permesso di metterlo online "a disposizione dell'umanità", come Lui ama ripetere. Naturalmente, ho ottenuto il permesso.
Clicca qui e abbi pazienza (sono 7Mb!):
SCARICA IL LIBRO DA INTERNET
Poi ovviamente puoi sempre mandare una piccola offerta alla Facoltà...
Scopro semère nuovi insegnanti di BrandaMaglia ciò mi riempie d'orgoglio e di piacere, lo confesso.
Ma ho visto dei Maestri Elementari, ho visto Operatori-Animatori a insegnare BrandaMaglia alla rovescia ai loro Allievi, Animati e Operati... come i carabinieri delle barzellette che rovesciano un treno per vuotare i portacenere. Eppure lo avevano, il loro libro di testo. Poi magari, avevano pure la trasmissione diretta dell'arte con il personale esempio dello stesso suo Inventore, che poi sarei io. Però la BrandaMaglia, io non l'ho inventata: la ho trovata o mi è stata rivelata. Da chi o cosa, non so.
Poi c'è pure la solita, e inevitabile, storia dell'evoluzione. Rispetto al mitico libro di testo , il sistema BrandaMaglia si è poi sviluppato. Rispetto a me: fino al punto 3 (BrandaMaglia.3) ma, siccome è un programma "open source", ci sta che qualcuno sia andato più avanti.
Quanto a me, non lo scrivo un secondo manuale, ne avrei già abbastanza sudate di carte... si fa prima con i video su Iutub (TAG: brandamaglia).
Chi poi volesse studiare con me, potrebbe sempre venire in Facoltà.
Ma il celebre testo di riferimento è ormai esaurito, nel senso che è inutile ordinarlo all'editore Stampa Alternativa. E' anche inutile implorare l'Autore, cioè me, perché gli spedisca una copia. Mi dispiace, ne ho solo ancora 5 (cinque). Potrei cederle solo come libri rari, con dedica autografa, ai più facoltosi Sostenitori della Facoltà di Tessere, che ne ha tanto bisogno, si capisca.
Però il libro, virtualmente, esiste sempre in un file, chiamato "libro.pdf".
Ho chiesto all'editore sovversivo il permesso di metterlo online "a disposizione dell'umanità", come Lui ama ripetere. Naturalmente, ho ottenuto il permesso.
Clicca qui e abbi pazienza (sono 7Mb!):
SCARICA IL LIBRO DA INTERNET
Poi ovviamente puoi sempre mandare una piccola offerta alla Facoltà...
Scopro semère nuovi insegnanti di BrandaMaglia ciò mi riempie d'orgoglio e di piacere, lo confesso.
Ma ho visto dei Maestri Elementari, ho visto Operatori-Animatori a insegnare BrandaMaglia alla rovescia ai loro Allievi, Animati e Operati... come i carabinieri delle barzellette che rovesciano un treno per vuotare i portacenere. Eppure lo avevano, il loro libro di testo. Poi magari, avevano pure la trasmissione diretta dell'arte con il personale esempio dello stesso suo Inventore, che poi sarei io. Però la BrandaMaglia, io non l'ho inventata: la ho trovata o mi è stata rivelata. Da chi o cosa, non so.
Poi c'è pure la solita, e inevitabile, storia dell'evoluzione. Rispetto al mitico libro di testo , il sistema BrandaMaglia si è poi sviluppato. Rispetto a me: fino al punto 3 (BrandaMaglia.3) ma, siccome è un programma "open source", ci sta che qualcuno sia andato più avanti.
Quanto a me, non lo scrivo un secondo manuale, ne avrei già abbastanza sudate di carte... si fa prima con i video su Iutub (TAG: brandamaglia).
Chi poi volesse studiare con me, potrebbe sempre venire in Facoltà.
Etichette:
BrandaMaglia,
lezioni magistrali
domenica 12 aprile 2009
INTROduzione
Tessere tutto, tutti e dappertutto.
LA FACOLTA' DI TESSERE a Porchiano del Monte
Sta nello studio tessile di Luciano Ghersi, artista e maestro internazionale di tessiture a mano.
Per l'abitare, l'abito e l'arte contemporanea, Ghersi applica creativamente arti tessili di tradizione interculturale ed anche tecniche originali di propria invenzione. Come Dottore in Filosofia, Ghersi promuove l'aspetto umanistico della facoltà di tessere, universale più che universitaria. Si dedica perciò all'esperienza artigianale, al riciclaggio dei materiali, alla riabilitazione, cooperazione e autogestione. Si organizzano corsi individuali e di gruppo, visite didattiche e personalizzate. Dimostrazioni, esposizioni e corsi anche in trasferta.
LO STUDIO TESSUTI della Facoltà di Tessere
All'antica insegna di Tabacchi, si apre sulla piazza che è il centro di Porchiano.
Le attività e le nuove creazioni sono documentate online al blog http://porchiano.blogspot.com e segnalate al gruppo aperto FaceBook "Faculty of weaving".
Email: facoltess =@= gmail.com
Telefono: 0744 980381. Cell: 338 6762691.
Indirizzo postale: Luciano Ghersi, piazza III Nov 7,
05020 Porchiano del Monte (Terni).
Tessere tutto, tutti e dappertutto.
Il Telaio Jacquard
(un'altra mia voce per il Codice Universale del Design di Dino Gavina)
IL TELAIO JACQUARD
Questo telaio deve il suo nome a Jean Marie Jacquard, il cui progetto vince un concorso indetto nel 1804 dalla "Societé d'encoraugement pour l'industrie nationale". E' un caso di design più che firmato, che però perfeziona secolari esperienze tra i tessitori dei tessuti di lusso, indispensabili al clero e all'aristocrazia.
Per tessere disegni e figure complesse, il tessitore deve aprire l'ordito in moltissimi passi differenti. Per far questo, può aumentare i pedali, perché muovano più quadri di licci. Se i piedi e i licci non gli bastano, aprirà l'ordito a mano, tirando certe sue funicelle, con cui ha imbrigliato altri fili dell'ordito. Questi sottili guinzagli (o arcate) crebbero di numero, tanto che formarono un fitto padiglione sopra il telaio. Il tessitore dovette assumere un garzone, chiamato tiralacci. Il tiralacci manovrava il padiglione, tirando certi lacci secondo una sequenza programmata.
Jacquard ha licenziato il tiralacci: lo ha sostituto con un meccanismo azionato dal tessitore, che ora preme un unico pedale. Allora il meccanismo fa scorrere un nastro di tanti cartoni, legati insieme come una tapparella. Ogni cartone ha tanti fori, praticati in punti diversi. A ogni colpo di pedale, un cartrone differente si presenta di fronte a una serie di aghi. Tutti gli aghi vanno incontro al cartone ma solo alcuni attraversano i fori, trascinandosi dietro altri ferri, detti arpini. Ogni arpino solleva un mazzetto di arcate del padiglione. Così nell'ordito si apre il passo programmato. Il tessitore passa la trama con la sua spola e ripigia il pedale. Si va avanti così, finché non verrà licenziato pure il tessitore (ma per i velluti e i broccati è ancora indispensabile).
Ulteriore economia del sistema jacquard: il padiglione non va più ricostruito daccapo per ogni nuova stoffa, ora basta inserire un nuovo nastro di cartoni. Una volta programmati (cioè: perforati), i nastri sono pronti per l'uso come i vari programmi lanciati sullo stesso computer. In altri termini: lo stesso hardware può eseguire softwares differenti. Perciò si può dire che Jacquard abbia aperto la strada non soltanto alla prima rivoluzione industriale ma pure alla seconda, quella informatica.
IL TELAIO JACQUARD
Questo telaio deve il suo nome a Jean Marie Jacquard, il cui progetto vince un concorso indetto nel 1804 dalla "Societé d'encoraugement pour l'industrie nationale". E' un caso di design più che firmato, che però perfeziona secolari esperienze tra i tessitori dei tessuti di lusso, indispensabili al clero e all'aristocrazia.
Per tessere disegni e figure complesse, il tessitore deve aprire l'ordito in moltissimi passi differenti. Per far questo, può aumentare i pedali, perché muovano più quadri di licci. Se i piedi e i licci non gli bastano, aprirà l'ordito a mano, tirando certe sue funicelle, con cui ha imbrigliato altri fili dell'ordito. Questi sottili guinzagli (o arcate) crebbero di numero, tanto che formarono un fitto padiglione sopra il telaio. Il tessitore dovette assumere un garzone, chiamato tiralacci. Il tiralacci manovrava il padiglione, tirando certi lacci secondo una sequenza programmata.
Jacquard ha licenziato il tiralacci: lo ha sostituto con un meccanismo azionato dal tessitore, che ora preme un unico pedale. Allora il meccanismo fa scorrere un nastro di tanti cartoni, legati insieme come una tapparella. Ogni cartone ha tanti fori, praticati in punti diversi. A ogni colpo di pedale, un cartrone differente si presenta di fronte a una serie di aghi. Tutti gli aghi vanno incontro al cartone ma solo alcuni attraversano i fori, trascinandosi dietro altri ferri, detti arpini. Ogni arpino solleva un mazzetto di arcate del padiglione. Così nell'ordito si apre il passo programmato. Il tessitore passa la trama con la sua spola e ripigia il pedale. Si va avanti così, finché non verrà licenziato pure il tessitore (ma per i velluti e i broccati è ancora indispensabile).
Ulteriore economia del sistema jacquard: il padiglione non va più ricostruito daccapo per ogni nuova stoffa, ora basta inserire un nuovo nastro di cartoni. Una volta programmati (cioè: perforati), i nastri sono pronti per l'uso come i vari programmi lanciati sullo stesso computer. In altri termini: lo stesso hardware può eseguire softwares differenti. Perciò si può dire che Jacquard abbia aperto la strada non soltanto alla prima rivoluzione industriale ma pure alla seconda, quella informatica.
sabato 11 aprile 2009
il Telaio nel Codice Universale
Bologna, anzi San Lazzaro di Sàvena, 2000. Dino Gavina pensa di comporre il "Codice Universale del Design". Sostiene Gavina che i più grandi designer sono gli anonimi: i loro oggetti sfidano i secoli e pure i millenni, altro che le pugnette di oggi. Più o meno, Gavina si esprimeva così. L'immodesto progetto però non si concluse con la pubblicazione di un altro bel librone. Io, da modesto enciclopedista, gli avevo scritto qualche voce come questa, pescando le figure in biblioteca della Fondazione Lisio.
IL TELAIO
Ogni tessuto è composto da ordito e da una trama, che si incrociano tra loro in un telaio. Prima si tendono tanti fili paralleli, che formano l'ordito. Poi ci si infila dentro la trama: é un singolo filo continuo che, viaggiando sopra e sotto ogni filo dell'ordito, ci si incrocia e li collega tutti insieme. Un passaggio di trama dopo l'altro, cresce il tessuto.
Il segreto è nel telaio, che non è solamente una statica cornice: ha pure dei pezzi dinamici, che guidano gli incroci della trama con l'ordito.
Ciascun filo dell'ordito è allacciato da un occhiello o da una maglia, più maglie messe insieme formano un liccio. Tirando i licci, si apre alla trama una comoda strada tra i fili dell'ordito. Rilasciando i licci, i fili dell'ordito si richiudono intorno alla trama passata e, contemporaneamente, aprono un differente passo alla trama che sta per ripassare. Passo su passo, la trama si svolge a zig zag o, come si suol dire, fa la spola: difatti, viaggia avvolta in una spola, che sta imbarcata dentro a una navetta. Nel frattempo, si muove anche un pettine, che colpisce la trama appena passata, accostandola per bene alla stoffa già tessuta.
In teoria, il telaio è tutto qui. In pratica, ce n'è di ogni tipo. Nei modelli archeologici europei, ai fili dell'ordito si appendono quei pesi in terracotta che ritroviamo in tutti i musei; perciò qui l'ordito sarà verticale e si tesserà dall'alto verso il basso.
In certi modelli medio-orientali, l'ordito è pure verticale ma si tende fra due travi o due rulli, chiamati "terrestre" e "celeste": qui si tesse dalla terra verso il cielo. In altri modelli estremo-orientali, l'ordito viene teso rasoterra e il tessitore può sedersi sul tessuto: qui si tesse verso l'orizzonte.
Nei modelli indo-americani, l'ordito è mobile come un'amaca: sarà teso tra la vita di chi tesse e un appiglio più alto: così si tesserà in diagonale.
Gli Africani dell'Ovest si legarono i licci agli alluci, così loro muovevano i piedi e l'ordito gli si apriva da sé. Le mani si occupavano solo della trama: fu una gran comodità, resa ancora più comoda con l'adozione di pedali veri e propri.
D'altra parte, ci arrivarono pure i Cinesi e infine, gli Europei, che ci aggiunsero varie automazioni, a cominciare dal telaio jacquard. Pur con tutti i progressi, l'operazione del tessere è oggi ancora identica a quella dei telai più primordiali. Perciò, la struttura del tessuto sembra eterna. In realtà, è semplicemente umana (forse troppo...).
IL TELAIO
Ogni tessuto è composto da ordito e da una trama, che si incrociano tra loro in un telaio. Prima si tendono tanti fili paralleli, che formano l'ordito. Poi ci si infila dentro la trama: é un singolo filo continuo che, viaggiando sopra e sotto ogni filo dell'ordito, ci si incrocia e li collega tutti insieme. Un passaggio di trama dopo l'altro, cresce il tessuto.
Il segreto è nel telaio, che non è solamente una statica cornice: ha pure dei pezzi dinamici, che guidano gli incroci della trama con l'ordito.
Ciascun filo dell'ordito è allacciato da un occhiello o da una maglia, più maglie messe insieme formano un liccio. Tirando i licci, si apre alla trama una comoda strada tra i fili dell'ordito. Rilasciando i licci, i fili dell'ordito si richiudono intorno alla trama passata e, contemporaneamente, aprono un differente passo alla trama che sta per ripassare. Passo su passo, la trama si svolge a zig zag o, come si suol dire, fa la spola: difatti, viaggia avvolta in una spola, che sta imbarcata dentro a una navetta. Nel frattempo, si muove anche un pettine, che colpisce la trama appena passata, accostandola per bene alla stoffa già tessuta.
In teoria, il telaio è tutto qui. In pratica, ce n'è di ogni tipo. Nei modelli archeologici europei, ai fili dell'ordito si appendono quei pesi in terracotta che ritroviamo in tutti i musei; perciò qui l'ordito sarà verticale e si tesserà dall'alto verso il basso.
In certi modelli medio-orientali, l'ordito è pure verticale ma si tende fra due travi o due rulli, chiamati "terrestre" e "celeste": qui si tesse dalla terra verso il cielo. In altri modelli estremo-orientali, l'ordito viene teso rasoterra e il tessitore può sedersi sul tessuto: qui si tesse verso l'orizzonte.
Nei modelli indo-americani, l'ordito è mobile come un'amaca: sarà teso tra la vita di chi tesse e un appiglio più alto: così si tesserà in diagonale.
Gli Africani dell'Ovest si legarono i licci agli alluci, così loro muovevano i piedi e l'ordito gli si apriva da sé. Le mani si occupavano solo della trama: fu una gran comodità, resa ancora più comoda con l'adozione di pedali veri e propri.
D'altra parte, ci arrivarono pure i Cinesi e infine, gli Europei, che ci aggiunsero varie automazioni, a cominciare dal telaio jacquard. Pur con tutti i progressi, l'operazione del tessere è oggi ancora identica a quella dei telai più primordiali. Perciò, la struttura del tessuto sembra eterna. In realtà, è semplicemente umana (forse troppo...).
MADE!
Firenze, 22 aprile - 3 giugno 2009
MADE! Materia Mano Macchina: prima mostra nel nuovo spazio SAM presso l'ex-Conventino la cui gestione è affidata alla Fondazione di Firenze per l'Artigianato artistico. Questa mostra curata da Cristina Degl'Innocenti in collaborazione con il Coordinamento Tessitori. parte dalla materia prima per arrivare alla tela/intreccio. Orario della mostra sulla materia e le fibre da lunedì a venerdì dalle 9 alle 18. Per l'esposizione dei telai e dei manufatti informazioni presso la sede della Fondazione di Firenze per l'Artigianato Artistico tel.: +39 0552322269 SAM/Spazio Arti e Mestieri Via Giano della Bella 20/1-20/2
CI SARA' ANCHE LUI:
<<< FOTO ALBUM
EXIBART >>>
MADE! Materia Mano Macchina: prima mostra nel nuovo spazio SAM presso l'ex-Conventino la cui gestione è affidata alla Fondazione di Firenze per l'Artigianato artistico. Questa mostra curata da Cristina Degl'Innocenti in collaborazione con il Coordinamento Tessitori. parte dalla materia prima per arrivare alla tela/intreccio. Orario della mostra sulla materia e le fibre da lunedì a venerdì dalle 9 alle 18. Per l'esposizione dei telai e dei manufatti informazioni presso la sede della Fondazione di Firenze per l'Artigianato Artistico tel.: +39 0552322269 SAM/Spazio Arti e Mestieri Via Giano della Bella 20/1-20/2
CI SARA' ANCHE LUI:
<<< FOTO ALBUM
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venerdì 10 aprile 2009
In volgare
Bello, vero?
Provate un po'a cliccarci su, è gratis, si capisce.
Poi ho pure deciso come Dante, di scrivere in volgare.
Cioè di usare un certo Inglese per la scrittura sul mio Alter Blog. Non che io sappia l'inglese tanto bene, anche se ho letto tanti libri inglesi e anche parlato Inglese con diversa gente.
Certo, non scrivo nella lingua di Oxford o di Boston ma nella lingua Globale Volgare che può connettere il volgo globale. Naturalmente non la invento io, ma gli anglo-cacòfoni di tutto il mondo: quelli che parlano male l'inglese ma hanno pure da parlare lo stesso con gli stranieri.
Il segreto consiste nel pensare direttamente tutto, con quei pochi vocaboli che si conoscono. Lo abbiamo già fatto una volta, da piccoli. Sarà la stessa cosa: sarà una lingua infantile e primitiva. Se si attesterà esprimendosi attraverso la scrittura, sarà questa la lingua universale dei prossimi anni. E' facile, provateci anche voi.
Chi al contrario è English Fluent, invece potrebbe semplificare.
Uneducated of all the world, unite!
Ignoranti di tutto il mondo, unitevi!
Provate un po'a cliccarci su, è gratis, si capisce.
Poi ho pure deciso come Dante, di scrivere in volgare.
Cioè di usare un certo Inglese per la scrittura sul mio Alter Blog. Non che io sappia l'inglese tanto bene, anche se ho letto tanti libri inglesi e anche parlato Inglese con diversa gente.
Certo, non scrivo nella lingua di Oxford o di Boston ma nella lingua Globale Volgare che può connettere il volgo globale. Naturalmente non la invento io, ma gli anglo-cacòfoni di tutto il mondo: quelli che parlano male l'inglese ma hanno pure da parlare lo stesso con gli stranieri.
Il segreto consiste nel pensare direttamente tutto, con quei pochi vocaboli che si conoscono. Lo abbiamo già fatto una volta, da piccoli. Sarà la stessa cosa: sarà una lingua infantile e primitiva. Se si attesterà esprimendosi attraverso la scrittura, sarà questa la lingua universale dei prossimi anni. E' facile, provateci anche voi.
Chi al contrario è English Fluent, invece potrebbe semplificare.
Uneducated of all the world, unite!
Ignoranti di tutto il mondo, unitevi!
Stracciare la moda 1
Dopo la brandamaglia estiva a straccio, anche lo scialle estivo a straccio, sempre fashion di Bonotto.
>>> Stracciare la moda 2
>>> Stracciare la moda 2
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