sabato 24 aprile 2010

Coperte di Sapere

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Templer Road - Coperte di Saperearte della tessitura a Porchiano del Monte, Umbria

1. Ciò si racconta, tra le mille e una storia, che si trovano inserite nella trama di queste mie Coperte di Sapere. "Coperte di Sapere"? Non c'è niente di strano: ogni tessuto è intessuto di Sapere, altrettanto che ogni manufatto umano... ma direi pure di più. Più il tessuto è fatto a mano, più darà Sapere umano. Pensaci dunque, o Collezionista, Cliente, Fruitore-pagante, prima di dire che proprio NON ti serve. Comprami e poi, disporrai la tua Coperta di Sapere esattamente sopra il tuo letto, ogni giorno e per tutte le tue notti. Lei ti sarà un'amica, che ti accoglie e ti consiglia, ti sorprende e ti rallegra. La Coperta di Sapere è indispensabile per le famiglie: sarà compartecipe dei vostri amplessi nonché dell'eventuale prole successiva. Se aveste il privilegio di morire a casa vostra, essa sicuramente vi ricoprirà. E un poco del suo spirito si fonderà col vostro. Essi non sono in fondo, affatto differenti. E ciò avvenne da sempre, non è una novità, basta solo ricordarsi la vera storia dell'Umanità, che fu sempre ricoperta di tessuti. Proprio come la Realtà, che sarà sempre velata da un tessuto di cosmiche illusioni.

2. E pure presso i Nomadi Tribali, lo Spirito o il Sapere non sono astrazioni mentali ma vivono operando attraverso tutti i corpi. Lo Spirito o il Sapere emergono persino dai loro manufatti, ogni utensile loro è insieme materiale e spirituale. Oggi i Nomadi scarseggiano e con loro, i loro manufatti, che diventano rare "opere di arte tribale". I cosiddetti "Tappeti" dei Nomadi, gli facevano pure da letti e coperte, o da sacche da campeggio per le Tende, che essi chiamano "Case" o "Famiglie", per difetto apparente nella lingua primitiva. Dentro alla Tenda-Casa-Famiglia, i Tribali abitavano nel lusso. Nonostante le apparenze, essi si circondavano di capolavori... non come i Moderni, che circondano di lusso miserabile la loro moderna infelicità. E' pur vero che poi, molti Nomadi, con il progresso della Modernità, si sono veramente impoveriti. Sì che oggi, quei poveri Nomadi si riducono a vendere i loro Tappeti più anziani ai Moderni raffinati, che li apprezzano. Non c'è di che stupirsi: questa è la solita Storia dell'Arte.

3. Ora vado a raccontare una mia storia, potrà sembrare insolita, ma non mi pare tanto. C'era una volta... che vagavo per l'Oriente. In una qualsiasi antica città, un'insegna stradale mi avvertiva che stavo camminando in Templer Road. Ringraziavo l'Impero Britannico per l'informazione toponomastica... ma non vidi né Templari, neanche Templi in Templer Road, nonostante quel paese fosse molto religioso. C'era infatti, Buddhisti, Islamici, Indù, Cristiani, Animisti... Però quanto a edifici, diciamo di culto, lì ci stava solamente un pastificio artigianale. Lo dirigeva un prete, gesuita di Napoli. Produceva maccheroni per certi grandi alberghi. E combinava pure matrimoni, di rito cattolico, per le sue giovani operaie pagane. Non ero allucinato, ho le fotografie... né mi riesce di scordare Templer Road. Se non fui Illuminato, ebbi almeno un barlume.

4. D'altra parte Varrone, il celebre grafomane latino, mi avverte che "il Tempio, nel primitivo significato, è una porzione separata. E' specialmente quello spazio immaginario, che l'àugure segna nei cieli con la sua bacchetta magica. Così lui circoscrive il settore dentro il quale auspicherà, osservando il volo degli uccelli"... a norma del suo mistico mestiere di bird watching. Inoltre, c'è un Tempio mentale che si ritrova in ogni corpo umano. Ad esso corrisponde il Tempio su nei cieli, quello che l'àugure inscrive ed inàugura con la sua apposita bacchetta magica. E' così che, tra noi Sapiens, il filo del pensiero ci si svolge nella testa, parola per parola, nello Spazio circoscritto dalle Tempie. Fra le Tempie, certamente, c'entra pure il Tempo (Tempus) e pure tutto il Corpo, questo sconosciuto. Non c'è Kant di che indignarsi: basta un cazzotto in testa e finisce ogni pensiero.

5. Ma i pensieri anticamente, erano fili. Perché la mente, originariamente, era un telaio per la tessitura. Dunque già allora, concretamente, la Mente era Spazio, Tempo, Corpo... insomma: Ritmo, in una parola. Tra l'altro, anche nel Corpo del telaio, ci si ritrova un organo specifico, che corrisponde alle Tempie del Sapiens. E che corrisponde pure, alla bacchetta magica dell'àugure. Perché pur esso, serve a definire una zona Templare, che forse sarà sempre la stessa di cui sopra. Questa zona del Telaio non è circoscritta tra i cieli infiniti e nemmeno nella mente fra le tempie. Ma pure in questa "nuova" zona recinta, ci si creano o procreano Arte e Cultura, come suol dirsi. Insomma ci si fabbrica qualcosa: ne risultano oggetti, tutti utili a coprire, riscaldare, contenere. Ma quelli oggetti non sono solo utili a queste banalissime funzioni. Perché il Sapiens, di norma, ci aggiunge un valore, che poi è banalmente interpretato come Segno: è la cosiddetta Arte Tribale.

6. La magica bacchetta che si trova nei telai, è chiamata "Tempiale" (volta la carta e vedi la foto). Che sta descritto nella Wikipedia -l'enciclopedia libera- : "Il Tempiale è un attrezzo usato nella tessitura per impedire il restringimento del tessuto durante la lavorazione." Il Tempiale è però, anche un organo nomade, perché esso si deve spostare periodicamente, man di mano che cresce il tessuto. Così il gesto anche utile, di spostare questo attrezzo, si inserisce nel ritmo periodico della tessitura. Ed è proprio questo gesto che (a me, per esempio) dà il lusso di imprimere certi segnali nel corpo colorato di ogni mia Coperta di Sapere. Segnali che sono, in sostanza, le impronte dei miei passi sulla Via del Tempiale: Templer Road. Questo sistema gratuito di segnalazioni a me pare un vecchio trucco tribale... non pretendo davvero, di averlo inventato per primo! Se i miei passi inconsapevoli ricalcano antichi sentieri o mestieri, ciò mi darà piuttosto un motivo di orgoglio e di consolazione, "nella mia arte scontrosa o mestiere" di tessere.

7. Dunque fra i vari miei trucchi, probabilmente tribali, di cui mi servo (ma che ora non descrivo), ho trovato questo trucco che chiamo "Templer Road". L'ho adottato, me ne sono innamorato, non mi soddisfo ancora di sperimentarlo. Perché esso accresce la mia gioia di tessere. Altrettanto io spero che "Templer Road" accresca la gioia dei miei cari clienti, collezionisti, fruitori paganti... a seconda del contesto, si capisce. L'arte tribale non nasce come merce, però il suo valore incommensurabile va oggi tradotto in prezzi commensurabili.

8. E domani... chissà? Così queste Coperte di Sapere sarebbero "Arte Tribale Italiana del XXI Secolo"? Certamente è un "Made in Italy"... da me. E potrebbe anche rifarsi ad oscure tradizioni nostrane dell'arte tessile. Si consideri comunque, che "l'arte tribale è composta da gesti e da ritmi, più che da segni o che da progetti-disegni". Ciò precisa il mio titolo inesorabilmente.

Luciano Gheπrsi
in facoltà di tessere a Porchiano, 8 Marzo MMX

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venerdì 16 aprile 2010

Il mio vecchio Tessòfono a pagamento



FESTIVAL DELLA PERFORMANCE
Limonaia di Villa Strozzi
Firenze 22/23.07.2000

LUCIANO GHERSI presenta:
PAY TEXOPHON / Tessofono a pagamento.
Installazione di un telaio da tessitura mezzo africano mezzo metalmeccanico.
Quando il pubblico inserisce una banconota nei fili, Ghersi le tesse e il telaio emette dei suoni. Si produce cosi' un tessuto "monetario".
Durata: ad libitum, minimo 10 minuti.
Note: IperTessitore (a mano). Mostre: Sincron (Brescia), Alberto Schubert (Milano), Unimedia, Caterina Gualco (Genova), Ghandi Museum (Madurai, India), Museo Casabianca (Malo, Vicenza), Gran Palais (Parigi).
Opere pubbliche: Giardino di Daniel Spoerri (Seggiano, Grosseto), Stazione Ferroviaraia Moelv (Norvegia).

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