domenica 12 aprile 2009

Il Telaio Jacquard

(un'altra mia voce per il Codice Universale del Design di Dino Gavina)

IL TELAIO JACQUARD
Questo telaio deve il suo nome a Jean Marie Jacquard, il cui progetto vince un concorso indetto nel 1804 dalla "Societé d'encoraugement pour l'industrie nationale". E' un caso di design più che firmato, che però perfeziona secolari esperienze tra i tessitori dei tessuti di lusso, indispensabili al clero e all'aristocrazia.

Per tessere disegni e figure complesse, il tessitore deve aprire l'ordito in moltissimi passi differenti. Per far questo, può aumentare i pedali, perché muovano più quadri di licci. Se i piedi e i licci non gli bastano, aprirà l'ordito a mano, tirando certe sue funicelle, con cui ha imbrigliato altri fili dell'ordito. Questi sottili guinzagli (o arcate) crebbero di numero, tanto che formarono un fitto padiglione sopra il telaio. Il tessitore dovette assumere un garzone, chiamato tiralacci. Il tiralacci manovrava il padiglione, tirando certi lacci secondo una sequenza programmata.

Jacquard ha licenziato il tiralacci: lo ha sostituto con un meccanismo azionato dal tessitore, che ora preme un unico pedale. Allora il meccanismo fa scorrere un nastro di tanti cartoni, legati insieme come una tapparella. Ogni cartone ha tanti fori, praticati in punti diversi. A ogni colpo di pedale, un cartrone differente si presenta di fronte a una serie di aghi. Tutti gli aghi vanno incontro al cartone ma solo alcuni attraversano i fori, trascinandosi dietro altri ferri, detti arpini. Ogni arpino solleva un mazzetto di arcate del padiglione. Così nell'ordito si apre il passo programmato. Il tessitore passa la trama con la sua spola e ripigia il pedale. Si va avanti così, finché non verrà licenziato pure il tessitore (ma per i velluti e i broccati è ancora indispensabile).

Ulteriore economia del sistema jacquard: il padiglione non va più ricostruito daccapo per ogni nuova stoffa, ora basta inserire un nuovo nastro di cartoni. Una volta programmati (cioè: perforati), i nastri sono pronti per l'uso come i vari programmi lanciati sullo stesso computer. In altri termini: lo stesso hardware può eseguire softwares differenti. Perciò si può dire che Jacquard abbia aperto la strada non soltanto alla prima rivoluzione industriale ma pure alla seconda, quella informatica.

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