domenica 20 aprile 2008

Si naugura il Preda a Palliccio

inaugurazione Progetto Educazione Ambientale PrEdA
Dal Comunicato LIPU Viterbo

Si trattava di rendere fruibile un territorio
già di per se interessante dal punto di vista naturalistico. L’area, di circa cinque ettari, messa a disposizione da privati, è situata nei pressi di Porchiano del Monte, lungo la sponda destra del fosso Palliccio. 

Si è realizzato un vero e proprio percorso botanico-faunistico 
a disposizione di chi volesse visitarlo. Saranno nostri ospiti scuole di ogni ordine e grado. Verranno organizzate escursioni notturne per gruppi durante le serate di luna piena, dedicate all’ascolto dei rapaci.

Tutti coloro che volessero farci visita saranno benvenuti
domenica 20 Aprile, alle ore 15,30,
all’inaugurazione del Progetto.

Vi aspettiamo.


giovedì 10 aprile 2008

Il tappeto è anche un film

L'uomo attraversa foreste di simboli
Che l'osservano con occhi familiari.
I profumi, i colori e i suoni si rispondono
Come dei lunghi echi, da lungi si confondono
In una profonda ed oscura unità,
Vasta come la notte e come la luce,
(Charles Baudelaire, Correspondances)



Non c'è bisogno di essere un sommo poeta come Baudelaire, per accorgersi delle "correspondances" tra gli eventi più vari della realtà, esteriore ed interna. Questa stessa percezione, o consapevolezza, è universalmente diffusa ed esplicita in tutte le culture primitive ed è impropriamente chiamata Magia. Come tale, è deprecata nelle persone normali ma è invece tollerata negli artisti. Baudelaire infatti, è apprezzato come poeta, per cui gli si perdona la condotta deprecabile della sua vita poco normale.

Osservo a lungo una foto del tappeto Boujad detto "il Viola", che ho appena ceduto a Daniel Spörri, l'artista celebre per i suoi ribaltamenti di Table in Tableau, cioè di tavola imbandita (Table al femminile, e orizzontale) in quadro pittorico (Tableau al maschile, e verticale). Naturalmente Daniel, prima di ribaltare, incollava posate, piatti, bicchieri e avanzi di cibo, perché non gli franassero per terra.
Avevo scattato la foto del "Viola", quando il tappeto stava con me ma non l'avevo mai bene osservata: mi gustavo assai meglio l'originale. Adesso che il Viola non sta più con me, mi trovo a scrutarne la foto con diversa e maggiore attenzione.
Anche qui ci sarebbe qualcosa da dire sulla percezione o consapevolezza: il tappeto è normalmente impercettibile nella stessa maniera di una foto o di un dipinto.
Questa differenza nelle percezioni è dovuta a un fatto fisiologico e posturale: non si può percepire un oggetto sul muro come il Quadro (e su un muro virtuale, ci sta anche la Foto) alla stessa maniera in cui si percepisce un oggetto steso al suolo come il Tappeto, che pure è, tradizionalmente, occupato da persone, tra le quali sta lo stesso osservatore. Rispetto a questa norma percettiva, la visione del Tappeto in museo è ovviamente un'eccezione.
Rispetto alla Foto e al Museo, la percezione domestico-borghese del tappeto è invece limitata da un differente distacco spaziale o, in termini umani, psicofisiologico. Da una parte, il con-tatto diretto con la pittura è vietato perché la si potrebbe contaminare con qualche impurità: qui si avverte qualcosa di sacro nell'arte. D'altra parte, nel tappeto si avverte qualcosa di impuro o di antigienico, il che è dire lo stesso in termini scientifici. Per questo, è vietato toccalo o, ancor peggio, è vietato sedersi o sdraiarcisi sopra. In questo caso non è più l'oggetto ma è il corpo, o il soggetto, quello che rischia di contaminarsi con elementi impuri: polvere, acari e microbi.

Dicevo che guardando la foto del Viola, ho dato al tappeto un "colpo d'occhio" completamente diverso: non solo una visione panoramica, anche una sequenza di inquadrature, colpi dì occhio in sequenza come in un film. Proverò a raccontarlo, senza alcuna pretesa di oggettività: ciascuno proietta le sue esperienze e le sue aspirazioni sulla pellicola che è proiettata. E' un fatto anche questo di "corrispondaces".

my boujad rug  07


Primo Tempo. Dopo un preludio di note introduttive, in primo piano, all'inizio del tappeto, si allarga una sorta di medaglione ma evidentemente, il regista non padroneggia o non si interessa troppo del canone compositivo dei medaglioni concentrici. La sua prima inquadratura sembra imitare ed ingigantire un motivo di origine anatolica, direi, senza spingermi oltre e ancor più a ritroso, rispetto alle avanzate turcomanne dall'Oriente.
Invece, il nostro tappeto Viola è tessuto nell'estremo Occidente: nel Paese del Tramonto, che è in Arabo "El Mahgréb" ma che noi si pronuncia Morrocco o Marocco. Precisamente, il tappeto è tessuto a Boujad, dove una cultura berbera precede e sopravvive alle avanzate dall'Oriente. Tant'è vero che, al centro di quel medaglione importato e raffazzonato, si vede proprio un Sesso Matrixiale, pur se adombrato da fronzoli gialli perimetrali. E pure ai lati, volendo interpretare, si schierano ancelle della Dea Madre, magari le Nuore.
Secondo Tempo o se preferite, in secondo piano o meglio ancora su al secondo piano. Il campo si alza e si allarga per inquadrare una serie di figure e di personaggi, riuniti come ad una festa familiare, la piazza di un mercato o una moschea. C'è chi ha dei canestri o delle anfore in capo e chi alza le braccia. Stanno attorno a qualcosa che non è un medaglione concentrico ma è piuttosto una forma che si erige e sviluppa come un virgulto o lo zampillo di una fontana o il profilo di un enorme lampadario da moschea.
Terzo Tempo o terzo piano. Il campo si innalza ulteriormente ma si restringe come in uno zoom. Ricompare il Sesso Matrixiale senza più fronzoli perimetrali e neppure inquadrato dentro il recinto del medaglione. Così è libero di accrescersi oltre misurata. Se prima il Sesso era completamente bianco, adesso non ha più quel candore virginale ma è gravido di forme e colori in gestazione.
Un falsh back che inquadra l'intero tappeto, ci rivela un'evidente simmetria tra le due apparizioni del Sesso Matrixiale. La simmetria che si incentra sull'asse della figura centrale di virgulto o zampillo o, diciamolo pure, di Sposo a cavallo, che avanza di fronte verso lo schermo, infiocchettato nel costume nuziale.
Mentre al di sopra, o dopo, il Matrixiale gravido non è più fiancheggiato più da Nuore ma da due tozze croci. Queste due croci sono, con il medaglione iniziale (e con il sorprendente finale, che ora non posso ancora rivelare) le sole forme dai contorni diritti in tutto il tappeto: tutto il resto ha dei contorni obliqui.
Ora una nota, diciamo, tecnica. L'aggregazione creativa dei nodi si sviluppa nel tappeto, e spontaneamente, in forme diagonali. Chi tesse può trascegliere linee direttrici diagonali che derivano (e deviano) dal concreto reticolo di base, creato dall'incrocio della trama con l'ordito. Ma diverso è il supporto nei tatuaggi: l'epidermide non ha di tali griglie, è allora il coltello che inventa gli incroci mentre li incide con simmetria. E perciò, qui le due croci sono tatuate sulle guance del tappeto, come su quelle delle spose berbere e l'Antropologo è libero di aggiungervi marchi ulteriori d'identificazione.
Poi il film si avvia a concludere con due catene o due carovane di figure matrixiali minori che si allontanano in parallelo. Rispetto allo spazio, le carovane sono ascendenti ma, siccome ogni tappeto si tesse verso l'alto, le figure superiori sono più recenti, perciò, in senso cronologico sono discendenti. Attorno a ogni catena delle Discendenti che si allontano, si aggirano le forme dei futuri Sposi.
C'è infine l'inatteso titolo di coda di una scrittura indecifrabile ma che è indubbiamente, di carattere latino e non arabo. Escluderei perciò, si tratti di una firma, che del resto, sarebbe del tutto inusuale. Piuttosto può darsi che l'artista qui si ispirasse a un cartello stradale o all'insegna di un negozio. Del resto, lo faceva anche Rimbaud, poeta e collega di Baudelaire per le "correspondances" tra gli enti e i livelli più vari della realtà, inclusa, ovviamente la propria psico-fisicità.

Certe figure e composizioni tessili, pur nella loro astrazione, "corrispondono" (nel senso di Baudelaire) a certe scene che l'artista ha salvate in memoria. Non soltanto a scene ottiche: la memoria si situa nel cervello ma anche in tutto il resto del corpo. Nel nostro caso, le mani che tessono, possono ispirarsi al battito di un ritmo musicale.
Una qualsiasi scelta formale non implica per forza l'adesione a un esplicito e univoco valore simbolico, che sarebbe religioso in caso di moschee, antropologico in caso di spose, eccetera. Naturalmente. le mie letture univoche del tappeto Viola sono limitate e condizionate dal distacco che impone la fotografia: non stavo sul tappeto, guardavo la sua foto come un film!
Un artista, anche o soprattutto se primitivo, può adottare una forma che appunto, "corrisponda" ad una qualsiasi altra realtà concreta od astratta ma sempre percepita nel corpo, perché chi percepisce è sempre tutto il corpo. La coscienza ne è solo il ragioniere, forse arrogante ma è sempre un dipendente.
Personalmente, e senza neanche accorgermi, c'era un paesaggio che mi ha ispirato a tessere: era il paesaggio agrario che mi circondava, Non solo lo vedevo, ne ero immerso: percorrevo con i piedi i suoi tracciati, sui confini tra i campi, i boschi e filari, tutti improntati di tradizione, di moderna agritecnica, di regime ereditario dei fondi, oltre che dalla famosa Natura. Poi a casa tessendo, credevo che il mio piccolo campo si limitasse al telaio, lì dove la mia mente giocava con le mani. Per fortuna nel mondo, c'è molto di più, e altrettanto, nel telaio e nelle mani. La mente è un eufemismo, come la realtà.

>>> Leggi anche "La Tessitura NON è quello che pensi".

lunedì 7 aprile 2008

Nuova Aula Sacramento

Il Parroco di Porchiano
concede il Sacramento
alla Facoltà di Tessere.
Si chiarisce l'equivoco ai non Porchianesi, i quali ignorano probabilmente che "Sacramento" è qui solo il nome di un'aula parrocchiale che reca all'esterno un antica formella in travertino, dov'è scolpito un Calice con l'Ostia. Questo è il simbolo appunto, del Sacramento eucaristico ed è anche l'origine del nome dell'aula. La quale starebbe in Vico San Biagio 2 ma siccome è quasi ignoto ai Porchianesi, si consiglia al forestieri smarriti di chiedere del Sacramento, dirimpetto alla chiesa di San Simone.

>>> SLIDE SHOW
Esterno e interno di Aula Sacramento con varie attrezzature.


Il Telaio del Bottaio
In aula predomina, per la sua mole, un autentico telaio contandino, in gelso e ciliegio, di gusto elegante e provvisto di una pregevole ruota dentata interamente lignea. L'intero telaio fu costruito negli anni '40 a Montevarchi in provincia di Arezzo, quando tornarono alla tessitura a mano, per sopperire alla difficoltà, dovuta alla guerra, di procurarsi panno industriale. Così a volte, s'inceppa le modernità e l'uomo ricorre alle sue tradizioni. Questo cimelio, è insomma, un precursore dell'AgriFuturismo.
Lo ricevetti in dono dal suo stesso Artefice, contraccambiando con una coperta tessuta da me. Ho riattato, completato e sviluppato il telaio nel 1984, con ingenier Sergio Murru alla Triana (GR), dove lo usai fino al '98 per tessere arazzi normali ed estrose astrusità come ad esempio, gli Ex Libris e primi pannelli in filo spinato.
Poi il Telaio del Bottaio rimase piuttosto inattivo, perciò inevitabile preda dei tarli. Lo ho portato a Porchiano, disinfestato e restaurato nuovamente. Ora attende un progetto eccezionale e condiviso con Allievi.

Le attrezzature in Aula sono elencate al POST:


Inventario dell'Armamentario

Telai e Accessori di Tessitura
a disposizione della Facoltà


1 Attrezzatura In Aula Sacramento

1.1 Attrezzatura antico-tradizionale
1.1.1 Telaio del Bottaio. Un autentico telaio contadino, in legno di gelso e ciliegio, costruito negli anni '40 da un anonimo bottaio di Montevarchi (AR), già riattato funzionalmente nel 1984 con ingenier Sergio Murru alla Triana (GR). Cimelio precursore dell'AgriFuturismo:
leggi al Post Nuova Aula Sacramento
1.1.2 Filarello a pedale di anteguerra. Interamente ligneo e di originale ebanisteria, proveniente dalla mia Bisava ne contado di Vicenza. Riattato nel 2007 dal restauratore antiquario Bernardini di di Castel del Piano (GR).
1.1.3 Incannatoio di Enea (vedi sotto xxxxx). Realizzato negli anni 20/40dal tessitore Enea (vedi sotto 2:2:1) con ruota di bicicletta, legno, cartone e ferraglia di recupero.
1.1.4 Collezione di Pettini da tappeto Sardi, Turchi, Berberi, Saharawi e rastrelli per olive in plastica e/o metallo.
1.1.5, 1.1.6 Incannatoio ed Annaspo Ewe per tessitura Kente, originali del Ghana.

1.2 Attrezzatura di ricerca

1.2.1 Prototipo didattico del telaio verticale "Vero.0.
1.2.2 La serie "Vero.1" di dieci telai verticali, realizzati con Andrea Silvestrelli falegname in Porchiano e già utilizzati nel 1° Corso.
1.2.3 Telaio Portagrucce. verticale più grande, realizzato con un vecchio appendiabiti e già utilizzato per tessere il tappeto "Porchiano", opera tessile selezionata per prossima "Triennale di Arazzeria Contemporanea" a Tournai in Belgio.
1.2.4 Corone per Brandamaglia, e relativi Manuali.

2 Attrezzatura in depositi

2.1 Attrezzatura antico-tradizionale

2.1.1 Telaio del Poro Enea. Telaio a pedali predisposto al tiralicci meccanico dal tessitore Enea di Arcidosso negli anni 20/30. Struttura originale di recuperi lignei e metallici. Restauro funzionale del 1995 con l'antiquario Massimo Bernardini di Castel del Piano (GR) e modificato con elementi di telaio rustico, legnami e ferraglia di recupero.
2.1.2 Telaio di Pina. Grande telaio sardo da tappeti con subbi a putrella girevoli. Ceduto negli anni '80 dalla tessitrice Pina Crasta a Nule (SS). Passato al Continente in furgone, treno, traghetto, autolinea e carriola... fino al mio studio che non c'era più strada.
2.1.3 Telaio di Daniel. Telaio modulare da tappeti con liccio a dischi e subbio chiodato. E' collegabile con uguali telai per ottenere tappeti più larghi. Recuperato con altro otto esmplari negli anni '70 dal tessitore Daniel Griseri in un laboratorio ligure dismesso.
2.1.5 AfroTelaio.1. Otto telai per tessitura Kente dalla serie AfroTelaio.1, equipaggiati con elementi africani, originali del Ghana. Struttura in pali di castagno e bulloni, realizzata con l'ebanista Claudio Calvenzani a Murci (GR) nel 2001. LINK

2.2. Attrezzatura di ricerca
2.2.1 AfroTelaio.0 per tessitura Kente. Struttura di recupero da scaffalature metalliche, 2001.
2.2.2 Telaio Mezzo Due. Grande telaio pedali e spola volante, realizzato aMonticchio (PG) nel 1980 con il falegname Gunther Mezzo Due (da Ted. Mittenzwei). Ispirato alla struttura cubica di certi telai della Puglia, era in origine un cubo di 2,50 m per lato. Ebbe incorporata una scala per raggiungere un soppalco.
Poi fu ridotto per motivi di spazio. Utilizzato per i tessere i Teli a Ordito Deviante.
2.2.3 Telaio Riciclante. Due esemplari della serie di quattro telai a pedali, realizzati con rottami metallici della Coop Toscana Lazio, nella sua Officina Manutenzioni di Vignale-Riotorto nel 1995. Esemplari utilizzati in Cantieri di Arte Pubblica e Riabilitazione.
2.2.4 Telaio Mocenni. Grande telaio metallico di probabile disegno Romanelli, equipaggiato con tiralicci, subbio sezionale in Pollici Inglesi e predisposto per spola volante. Ceduto negli anni '90 da Laura Mocenni di Siena.
2.2.5 Vare reti da letto di recupero, riciclabili immediatamente come telai verticali.

A seguire
Inventario dei Libri e di Collezioni Tessili, pure in attesa di collocazione.

venerdì 4 aprile 2008

Corso di APRILE

Facoltà di Tessere a Porchiano del Monte (Umbria)
http://porchiano.blogspot.com/
Corso di Tessitura con Telaio Vero


INSEGNANTE
Luciano Ghersi
http://lucianoghersi.blogspot.com/

PROGRAMMA
Il Corso è aperto a tutti gli inesperti e consente di esperire l'intero processo della tessitura con un telaio verticale ispirato ai modelli tradizionali.
Ogni allievo dispone di un telaio individuale e di tutti i materiali necessari. Gli Allievi potranno acquisire i telai e ricevere Attestati di Formazione.

Vedere in dettaglio Programma e Video al post "Primo Corso di Telaio Vero"

CALENDARIO
- primo giorno
ore 10-13
Montaggio del telaio, costruzione dell'ordito, armatura nel liccio (la Dispensa è disponibile on line: LINK).
ore 14-18
Tessitura a trame semplici.
- secondo giorno
ore 10-13 e 14-18
Tessitura con figure cellulari "neo-ambisuese" (vedi L'Essere e il Tessere, LINK par. 10.6.4).
- terzo giorno (opzionale)
ore 10-13 e 14-18
Tessitura a "semi-trame" con figure da interferenza (vedi L'Essere e il Tessere, par. 11.1.5)
Eventuale montaggio di un ulteriore ordito.

SEDE
Le lezioni si tengono nell'incantevole borgo di Porchiano del Monte, Umbria, presso Sala Sacramento, di fronte alla Chiesa di San Simone.

LOGISTICA
>>> Come raggiungere Porchiano
Dove alloggiare:
Ostello Giustiniani ad Amelia 8 km o a Giove 6 km, chiedendo riduzione Studenti Facoltà di Tessere
Porchiano è frazione di Amelia, dunque si può anche cercare agriturismi su http://www.ameliaturismo.com/

SCRIZIONI
Si ammettono al massimo 10 studenti. Il corso non può essere attivato con meno di 4 iscrizioni. Dunque occorre iscriversi al + presto, se interessati.
Email: lucianoghersi(CANCELLARE)@(CANCELLARE)gmail.com
Tel.: 338 6762691

WEB
http://porchiano.blogspot.com/

Montaggio, Ordito e Liccio

Montaggio, Ordito e Liccio
Prima dispensa su Telaio Vero

1 - MONTAGGIO
1.1 - Assemblare il Telaio e fissarlo con le quattro Zeppe Piccole (fatte slittare sull'Ipotenusa).
1.2 - Inserire le due Zeppe Grandi al Subbio di Cielo senza forzarle (tenderanno poi l'Ordito in 4.6).
1.3 - Allestire (con quattro sedie o due cavalletti ) un Catafalco e coricarvi il Telaio (si può pure già rizzarlo contro il muro).

2 - ORDITURA
2.1 - PREPARATIVI
2.1.1 - Inserire due Tubetti alle estremità della Barra.
2.1.2 - Poggiare la Barra alle Orecchie del Telaio.
2.1.3 - Legare la Barra soltanto a Dx.
2.1.4 - Disporre il Gomitolo (o la Rocca) con il Filo per l'Ordito fuori e oltre e il Subbio di Terra.
2.2 - PARTENZA
Annodare il Capo del Filo a Dx della Barra.
2.3 - ANDATA
2.3.1 - Dirigere il Filo verso il Subbio di Terra ed aggirarlo.
2.3.2 - Passare sul Retro del Telaio fino al Subbio di Cielo ed aggirarlo.
2.3.3 - Ripassare sul Fronte del Telaio fino alla Barra ed aggirarla.
2.4 - RITORNO
2.4.1 - Ritornare al il Subbio di Cielo ed aggirarlo,
2.4.2 - Ripassare sul Retro del Telaio fino al Subbio di Terra ed aggirarlo
2.4.3 - Ripassare sul Fronte del Telaio fino alla Barra e aggirarla.
2.5 ECCETERA
- Ripetere i percorsi di Andata e Ritorno (come sopra 2.3 e 2.4) per tutta l'ampiezza dell'Ordito.
2.6 ARRIVO
Terminato l'estremo Ritorno (2.4.3), tagliare il Filo e annodarlo alla Barra (come sopra 2.2).

3 - GESTAZIONE DEL LICCIO
3.1 - DISPORRE IL TELAIO
Mettere in piedi il Telaio (se coricato come in 1.3) e calare la Barra verso Terra.
3.2 - CERNITA
3.2.1 - Inserire il Filo Inferiore di Cernita (o Croce) nel Passo dell'Ordito che è già aperto dalla Canna.
3.2.2 - Al di sopra del Filo Inferiore, creare il Contrappasso dell'Ordito sollevando con la Mano Sx ciascun filo dell'Ordito che è rimasto all'Interno del Telaio.
3.2.3- Inserire con la Mano Dx il Filo Superiore di Cernita nel Contrappasso.
3.2.4 - Far scorrere la Cernita a mezza via tra le Orecchie e il Subbio di Cielo, fissare i Capi provvisoriamente.
3.3 - DISPORRE LICCIO & CANNA
3.3.1 - Poggiare il Liccio sopra le Orecchie del Telaio.
3.3.2 - Annodare saldamente i due Fili del Liccio alla sua Dx.
3.3.3 - Disporre la Canna all'interno dell'Ordito (nel Passo 3.2.1).
3.3.4 - Legare Liccio e Canna insieme alle loro estremità.
3.4 CIMOSA Dx
3.4.1 - Aggirare Liccio & Canna con un filo del Liccio, entrando da Terra a Dx... e con la mano Dx.
3.4.2 - Sbucare con il Filo sul fronte del Telaio, uscendo verso il Cielo a Sx, esattamente oltre i primi due Fili dell'Ordito: 1° & 2°, che così sono imbrigliati.
3.4.3 - Torcere insieme due volte i due Fili del Liccio.
3.4.4 - Penetrare con il Filo del Liccio nella mano Dx esattamente oltre i successivi due Fili dell'Ordito: 3° & 4°.
3.5 - ORDITO NORMALE
3.5.1 - Aggirare (come sopra 3.4.1) Liccio & Canna, sbucando esattamente oltre il Filo 5 dell'Ordito (che si trova oltre la Canna e che sarà imbrigliato, come tutti i fili Dispari).
3.5.2 - Torcere insieme due volte i due Fili del Liccio (come sopra 3.4.2).
3.5.3 - Penetrare con il Filo del Liccio esattamente oltre il Filo 6 successivo (che invece si trova tra Liccio & Canna e che resterà libero, come tutti i fili Pari).
3.5.6- Eccetera (come sopra 3.5), fino al filo Quintultimo.
3.6 CIMOSA Sx
3.6.1 - I due fili Quartultimo e Terzultimo e i successivi due fili Penultimo e Ultimo, si imbrigliano o tralasciano in coppia, esattamente come 1° & 2, 3° & 4° (come sopra 3.4)
3.7. FISSAGGIO
Annodare saldamente i due fili sulla SX del Liccio (come sopra 3.3.2).

4 - NASCITA DEL LICCIO
4.1 - Sfilare la Canna.
4.2 - Sfilare il Filo Inferiore di Cernita (3.2.1)
4.3 - Infilare la canna nel Contrappasso del Filo Superiore di Cernita (3.2.2).
4.4 - Normalizzare Passo e Contrappasso nelle coppie dei Fili di Cimosa (3.4 e 3.6).
4.5 - Assicurare il Filo Superiore di Cernita.
4.6 - Aumentare la tensione dell'Ordito spingendo più a fondo le 2 Zeppe Grandi (1.2) al Subbio di Cielo.
4.7 - Spingere in alto la canna.
4.8 - Portare in fuori il Liccio e poggiarlo sulle Orecchie del Telaio.

... E POI SI TRAMA!