Lezione magistrale (papale papale) sul mini-tessile
Sembra chiaro il concetto: il "mini-tessile" è una piccola opera di arte tessile, che misura, in teoria, 20 x 20 centimetri. Non va confusa affatto coi campioni di tessuto, che sono umili esperimenti, fatti in vista di un lavoro più grande. Il mini-tessile invece, avrebbe un suo fine artistico in sé: così come un fazzoletto non è affatto un campione di lenzuolo ma ha già la sua specifica forma e funzione,
Questa definizione del mini-tessile è, in teoria, molto precisa ma di preciso, in pratica, ha solo le misure... che poi non si rispettano neppure. Misure a parte, resta molta incertezza sulle definizioni di "opera d'arte" e di "arte tessile". Ciò non importa: si fanno tante mostre piene di mini-tessili. Questi hanno, in sostanza, un formato assai comodo da inviarli per posta, quasi come la Mail Art.
Chi spedisce un mini-tessile alla mostra, è sicuro di avere creato una "opera d'arte" e anche di essere un "artista tessile". Infatti avrà sua foto, e nome, nel catalogo, di cui riceve copia, inclusa nelle spese di iscrizione. Perciò non è difficile farsi artista tessile: al limite, basterà modellare un obbrobrio con la pasta di sale... sì: proprio come fanno i bambini all'asilo, che però son più bravi. Si veda "mini-tessile in pasta di sale", esposto a una storica mostra comasca (per creanza si omettono titolo, autore dell'opera e anche il nome della storica mostra). Arte a parte, qui è inutile chiedersi se la pasta di sale sia tessile o no, visto che l'arte tessile non si vincola tecniche precise (altro concetto perfettamente chiaro).
Ci sono anche mostre di mini-tessili più selettive. Qui non basta più pagare un biglietto d'iscrizione: ci si partecipa solo per invito. Di solito, invitano gli amici e qualche artista famosi, sperando di farselo amico. E qui molto si deve perdonare, agli artisti famosi e agli amici. Perciò, una mostra a invito non esporrà per forza, opere migliori di quell'altre nelle mostre a pagamento.
Ci sono anche mostre più selettive: con un'apposita giuria che decide quale lavoro sia degno di essere ammesso. Però nemmeno qui, puoi mai essere sicuro che poi ti mostrino opere migliori? Chi potrebbe fidarsi del gusto di queste giurie, dove votano pure gli Assessori o i Professori e Critici d'arte? Questi forse, s'intendono di pittura o scultura ma dicendo che si mostra arte tessile, questa arte sarebbe un'altra cosa, rispetto a pittura e scultura. Altrimenti, perché fare differenze? Be', avranno dei motivi, seppure non estetici, tra le azioniste delle quote rosa negli enti accademici e locali... Insomma, mi pare che il concetto sia chiaro.
Io, da umile maschio, senza cariche accademiche o locali, ho pure organizzato qualche mostra di mini-tessili, però non mi facevo pagare da nessuno. E non ero neppure selettivo: tutti amici, tutti quanti su Internet! C'era la bolla dell'economia virtuale e io curavo gratis delle mostre virtuali: mettevo solo le foto su Internet, e mi sembrava meglio di un catalogo: infatti magari, ci cliccava qualcuno. Certo, su Internet, oltre al catalogo, mancava il contorno dei biglietti d'invito, stampati a colori su cartoncino, l'inaugurazione con Critico d'arte e ricco buffet... però nulla è perfetto e tutto fa curriculum. Insomma, mi pare che il concetto sia chiaro.
Tra quelle mostre virtuali su Internet, ho anche fatto una grande esposizione di cento mini-tessili africani. Ma siccome questi artisti erano negri e, peggio ancora: artigiani, non li ha apprezzati troppo quell'UNESCO, che li eppure già li aveva dichiarati "tesoro culturale dell'umanità". Avevo fatto concorrenza all'UNESCO, che poi mi ha solo offerto solo un pranzo di aragoste (pari al reddito annuo di un artista tessile negro) ma non ha ancora fatto il suo museo del tesoro. Insomma, mi pare che il concetto sia chiaro.
Io stesso, ho anche tessuto vari mini-tessili. Soprattutto perché li esigeva un mio gallerista, che se li incorniciava sotto vetro e, quando li vendeva, mi dava qualche soldo. Non li chiamava neanche mini-tessili ma: "opere di arte contemporanea in piccolo formato". Le vendeva a certi suoi collezionisti da mini-appartamento, che non avevan muri e soldi sufficienti, per permettersi opere più grandi. Eppure nel suo piccolo, è una nicchia che spende volentieri. Io che potevo farci? Dovevo pur campare e, fosse pure in piccolo, dovevo pure tessere... finché un bel giorno, uno Stato, una Chiesa o una Banca, non mi avessero ordinato un bel pezzo gigantesco. Come dire che anche l'arte va incontro a compromessi. Insomma, mi pare che il concetto sia chiaro.
Ho appena fatto altri mini-tessili, per la Mostra Triennale di Tournai, che è un posto in Belgio di tradizioni tessili, con un grande museo. Non per vantarmi ma qui dovrei aggiungere che i Belgi, prima, hanno scelto esporre certi miei maxi-tessili: certi invendibili capolavori che utilizzavo come materasso, con la scusa di renderli più antichi e pregiati: nei tessili e nei mobili, un pezzo usato è autentico, guai a togliergli la patina di sudicio!
Insomma quelli in Belgio, hanno voluto proprio i pezzi grossi... sicché mi toccherà di dormire sul duro, quando li mando a quella esposizione. Pagheranno in compenso, le spese di spedizione... e non sono uno scherzo per quel mezzo quintale, che se ne va nel Belgio da Porchiano.
Inoltre, poi dal Belgio, mi hanno scritto: "Hai anche pezzi piccoli, sul tipo di quei grossi, magari incorniciati sotto vetro?" Siccome erano davvero gentili nel prendersi carico dei grandi invendibili, ho fatto un po' il difficile soltanto per il vetro, sapendo i prezzi dei corniciai. Mi hanno risposto: "Ok, senza vetro.". Così gli ho fatto apposta questi mini-tessili... e mi ci sono pure appassionato. E' quasi come scrivere messaggi SMS al posto di epistole lunghissime, oppure dei sonetti invece che poemi: è comunque poesia o letteratura... ma la prima lingua "scritta" fu la tessitura,
In sostanza, ho tessuto dei brandelli di stoffa, come già fatto in quei miei grossi tappeti o chiamiamoli arazzi, per nobilitarli. Possono fare un effetto di avanguardia, di arte moderna del riciclaggio ma, in fondo, la tecnica è tradizionale: è una tessitura a mano millenaria, in cui lo straccio si è sempre riciclato. Però lo straccio odierno è più moderno: oggi risulta da stoffe stampate, sintetiche o jeans. Ah sì: ho pure infilato nel telaio delle sottili strisce di pelliccia e dei vecchi legacci di plastica per le presse di fieno, già che li avevo a portata di mano. Non ci ho quasi disegnato neppure una figura, sebbene lo sapessi anche bene fare. Così l'effetto è piuttosto informale, mi pare che un disegno avrebbe disturbato. Insomma, mi pare che il concetto sia chiaro. Dico il concetto di mini-tessile e molti altri, che ruotano intorno.
LG
1 commento:
Buongiorno gent.mo Luciano girando per il web, sono incappata in opere di stoffa ( fiber-art), ma mi sono soffermata con rinnovato entusiasmo di fonte ai tuoi lavori che trovo molto interessanti e sensibili. Sei veramente in gamba, proponi belle opere, adoperando materiali inusuali e la tua galleria di mini-arazzi è molto piacevole, specialmente per una persona curiosa di novità. Complimenti e un augurio per il tuo megnifico lavoro.
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