mercoledì 27 febbraio 2008

Arti Tessili ed Istituzioni

Arti Tessili ed Istituzioni
Lezione Magistrale con Messaggi e Citazione

Citazione
da Il maestro e Margherita di Michail Bulgakov.

- Ma guarda! Nikanor Ivanovic! - urlò l'inatteso individuo con tremolante voce tenorile e, balzato in piedi, salutò il Presidente con una violenta e improvvisa stretta di mano. Questo saluto non rallegrò affatto Nikanor Ivanovic.
- Chiedo scusa - disse sospettoso - lei chi sarebbe? E' un pubblico ufficiale? -
- Suvvia, Nikanor Ivanovic! - esclamò con aria confidenziale lo sconosciuto. - Che significa ufficiale e non ufficiale? Tutto dipende dal punto di vista da cui si guarda l'oggetto; tutto ciò, Nikanor Ivanovic, è convenzionale e instabile. Oggi non sono un pubblico ufficiale, ma domani, guarda un po', lo divento! E capita anche il contrario, Nikanor Ivanovic, capita eccome!

Messaggio 1
Da: Luciano Ghersi
a: NN
Oggetto: Intervento a Convegno sulla didattica innovativa dell'arte tessile / fiber art
Data: 26 luglio 2007
Car* NN,
come ti dissi in Fondazione Lisio, propongo un mio intervento al Vs. Convegno. Le mie esperienze didattiche di arte tessile in ambito scolastico si sono svolte all'ISA G. De Fabris di Nove (VI), all'ISA Petrocchi di Pistoia, a Extempore 2002 Simposio Internazionale delle Accademie di Belle Arti di Suvereto (LI), nel corso aggiornamento alle insegnanti elementari di Venturina (LI), poi tengo i corsi di arte tessile africana in Fondazione Lisio di Firenze.
In ambito extra scolastico, tengo abitualmente i corsi di Tessere Liberi al CPA Firenze Sud. Ho insegnato pure tessitura e arti tessimili per 7 anni in centri per Disabili ma presumo che ciò non rientri nel normale ambito didattico, trattandosi di persone fuori norma.
Poi ho insegnato arazzo e tessitura creativa in vari centri Indiani di artigianato e tra i profughi Saharawi. Infine, ho coinvolto centiaia di persone in BAETAM (Botteghe di Arte Estemporanea sulla Tessitura a Mano) e in Cantieri di Arte Pubblica, tutti progetti finalizzati alla tessitura di abbigliamento urbano monumentale.
Il mio metodo didattico è eminentemente pratico-esplorativo perché ritengo sterile una progettazione che non scaturisca dall'esperienza tessile. Per questo, ho realizzato appositamente speciali telai e altri vari attrezzi tessili. Ho anche scritto e persino pubblicato vari saggi in proposito. Ultimamente ho fondato la Facoltà di Tessere nello SPAT, Scuola Palestra di Arti tessili di Porchiano del Monte.
Ti risparmio il mio curriculum strettamente artistico ma se vuoi, posso allegarlo in seguito, insieme a una versione più dettagliata della presente candidatura a relatore.
LG

Messaggio 2
Da: NN
A: Luciano Ghersi
Oggetto: Re: Intervento a Convegno sulla didattica innovativa dell'arte tessile / fiber art
Data: 31 luglio 2007
Caro Luciano,
ho presentato la tua proposta al Comitato Scientifico dell'Associazione che cura le iniziative e il Convegno del prossimo Aprile 2008.
Assieme agli altri Componenti del Comitato, abbiamo convenuto che il tuo percorso e la tua esperienza, singolare e interessante, non rientra in un ambito istituzionale e, dato che il confronto avverrà tra Scuole europee rappresentate da docenti istituzionalizzati, siamo spiacenti di non poter accettare la proposta di un tuo intervento.
Data la specificità delle tue iniziative, avremo senz'altro l'opportunità di collaborare in altre occasioni.
Ti ringrazio per l'attenzione e caramente saluto.
NN

Messaggio 3Da: Luciano Ghersi
a: NN
Oggetto: Re: Re: Intervento a Convegno sulla didattica innovativa dell'arte tessile / fiber art
Data: 31 luglio 2007
Car* NN,
sono più che lusingato che il Comitato Scientifico si sia occupato così celermente del mio caso. Ora capisco l'intento del Convegno e l'esclusione mi sembra ragionevole. Ma allora chiamatelo appunto:
"Convegno sulla didattica ISTITUZIONALE innovativa dell'arte tessile".
Altrimenti gli ingenui si sbagliano e credono che vi occupiate di didattica in senso universale...
Sarebbe propaganda ingannevole, o no?
LG


Lezione Magistrale (papale papale)

Chi non s'intende troppo di arti tessili, si stupisce della nostra trovata di collegare il nome accademico di "Facoltà" a un artigianato arcaico come la tessitura. Si stupirebbe meno, se venisse a sapere che le arti tessili sono realmente materia di studio in varie Università. Comunque sia, la sedicente Facoltà di Tessere non è affatto una istituzione universitaria. Può anche darsi che essa diventi addirittura una FONDAZIONE ma per il momento, non ha alcuna veste istituzionale: non ha l'abito scuro né la cravatta. Qui ci starebbe pure quella vecchia storia dei due tessitori, che fanno indossare un abito invisibile all'istituzione suprema: al Re, che poi, in effetti, si mostra nudo al popolo. Così tutti si buttano a ridere: "il Re è nudo, ah ah ah!" rideva il popolo.

Fatto sta che che, per ora, la nostra Facoltà è priva di veste istituzionale. è stata esclusa dal prossimo "Convegno sulla didattica ISTITUZIONALE innovativa dell'arte tessile", come si legge nei messaggi qui sopra. D'accordo e pazienza: la facoltà "di tessere", come quelle "di intendere e di volere", può manifestarsi ed esercitarsi anche senza convegni e istituzioni. Peccato piuttosto, per tutti quei poveri allievi, attirati al convegno (internazionale) in caccia di "arte" o di "crediti di formazione". Poveri giovani privi di bussola! Forse era meglio che si dessero all'arte, o che pure s'impiegassero in Comune. Non è escluso che infine, qualcuno ci arrivi, esibendo i suoi "crediti di formazione nelle arti tessili". Beninteso: con i dovuti appoggi, se no oggi, in Comune, ci entrerebbero tutti, perché il credito è molto inflazionato e soprattutto, quello formativo, che ha fin troppi istituti di emissione. Troppi poveri giovani, ciò, non capiscono. Né si può dire che non sia colpa loro: ma non hanno altro da fare nella vita, che cercarsi un impiego? Perciò forse, ben gli sta. Così imparino, i giovani, se possono... però non a scuola.

La facoltà di tessere è sempre stata informale, già dall'origine: dall'epoca neolitica. Allora i Comuni non esistevano e, tanto meno, le Università: l'anarchia con l'ignoranza regnavano sovrane (tra parentesi: era una bellezza!). Forse per questo, la didattica del tessere non ha oggi, molto accesso alle scuole: è un insegnamento tradizionale, che si trasmette soprattutto con l'esempio, piuttosto che in tot ore di lezioni frontali (quamvis a tergo, contra naturam?). Dispiace per i tristi e queitriti profezzori (e, nella fattispecie, per le profezzorezze) di tessitura, ma questa è l'allegra realtà.

Quanto a tutte le celebri rinascite delle più celebri tradizioni tessili: queste ebbero sempre delle origini infami. Si trattò innanzi tutto, di origini aristocratiche, dovute (francamente) a neo-contesse. Tutte queste neo-contesse furono, da miss, delle ricche fanciulle nord-americane. Erano tutte fanciulle volgarissime, senz'altra nobiltà che di denaro. Sfarfallarono in Italia e qui ci si accasavano, con certi aristocratici spiantati di antica nobiltà. Spiantati sì, ma ancora provvisti di un residuo patrimonio feudale di ville e castelli. Le neo-ladies, le loro neo-contesse, allora si diedero subito molto da fare, secondo il loro pragmatismo anglosassone, mentre gli sposi giocavano a carte per giocarsi anche l'ultimo castello. Le Spose si intestarono le meglio prtoprietà, dal punto di vista storico-artistico. Non glie ne fregava nulla del valore immobiliare. Oppure sì? Ci avevan già pensatò?

Poi si diedero ai sollazzi con giudizio.non c'era molo altro da fare che arredare e tappezzare ville e castelli dove poi invitare ai té... chi? sapevano loro. Così le neo-contesse, figlie di petrolieri della California, o di cercatori d' oro del Klondike,
andavano in caccia di quegli antichi e splendidi corredi che i loro villani (o mezzadri) purtroppo non tessevano più. Che decadenza: niente più tendine, né gli asciugabidè per gli ospiti, neppure le tovaglie da altare con le trame operate, con le trine finemente traforate! Per fortuna però, le neo-contesse si rivolsero ai neo-esperti, che gli fornirono tutti i disegni, certo ispirandosi alla tradizione ma certamente, con poca competenenza. Sicché poi, quelle loro infedeli mezzadre: tutte di nuovo giù a tessere, come una volta, forse a salario più ragionevole però non è certo. Comunque certo, fu il valore culturale dell'impresa. E infatti, se ne trovano esemplari in fior di musei, non ancora sostenuti dall'Unesco come patrimoni dell'umanità ma, per lo meno, dalla Comunità Europea. Si stampano libri e cataloghi, con fior di neo-esperti a classificare gli spregevoli falsi di un'arte, che è degenerata due volte: nel suo spregevole originale e nella sua ancora più spregevole copia, accademica e raffazzonata. "Noblesse oblige", si diceva una volta però si fa ancora, perché? Si può anche capire l'Esperto moderno, che altrimenti sarebbe disoccupato, e anche il Politico a caccia di prestigio culturale... ma tutti gli altri (per non dire il Popolo), che cosa ci guadagnano?

Altre rinascite delle arti tessili hanno un'origine piuttosto borghese. Altrove, occorrevano tessuti nazionali per dare senso e lustro ai neonati stati nazionali: "Noblesse oblige" non solamente i Nobili, obbliga anche la Borghesia. E qui ancora, spuntano altri Esperti, per disegnare altre tradizioni. E giù ancora: altri proletari a tessere altri, presunti, antichi disegni. Ma anche questi Esperti sapevano tessere, o ricamare? E poi, dove cercavano l'antica tradizione? Il popolo, purtroppo non sa conservare nulla. O meglio: il volgo non conserva i suoi oggetti: tutto consuma e tutto ricicla, poi infine ricrea. Ma non c'è da fidarsi del volgo: magari ardiranno di inventarsi qualche nuova creazione. Ma allora sarebbe Progresso e non sarebbe più Tradizione, che questa dev'essere antica e immutabile. "Tradizionale" è assolutamente Altro: è il consumo più perverso e prelibato per la modernità. Ci si diletta, l' Omo moderno, di antiquariato. E investe in collezioni di ogni specie in via di estinzione. Meglio ancora se estinta, perché vale di più.

Ma ritorniamo a quei tempi eroici della Borghesia, che s' inventava gli Stati Nazionali. Per quanto riguarda la tessitura, in assenza di antichi reperti, gli Esperti andarono a cercare la tradizione popolare autentica dentro i soliti mobili dei Nobili o dentro i soliti armadi delle sacristie. Cioè, presso gli eredi dei Conservatori più accreditati: gente che ha roba, che sa come tenerla e che sa come lasciarla ai suoi posteri, insomma agli eredi. Spuntò un altro patrimonio culturale: tutta roba, senz'altro, prodotta dal popolo... ma non per il popolo: per i signori. Eppure questa roba fu spacciata come l'autentico spirito del popolo. Breve è il passo dal popolo all'oppio e ai suoi spacciatori ma insomma, il popolo se ne ne fregò. Non avevano più tempo per tessere a mano: già andavano in fabbrica e perciò si vestivano allo spaccio aziendale. La tessitura diventò un passatempo per signore borghesi, che così diventarono le nuove custodi dell'autentico spirito della nazione. Naturalmente tessevano dei falsi, escogitati dai loro Esperti. Sono i falsi che oggi, si studiano in tutte le scuole di tessitura.

A proposito dei falsi, la Facoltà di Tessere è in possesso degli autentici diagrammi di vari tessuti popolari toscani. Ma più in generale, diremmo: indo-europei (e se ne riparla quando vi pare). I diagrammi dei nostri tessuti tosco-indo-europei sono come spartiti musicali con i fili al posto delle note. La tessitrice tosco-indo-europea scarabocchiava i suoi diagrammi su certa cartaccia marrone per alimenti, che era l'unica carta a sua disposizione. Si sottoposero questi diagrammi a un'Esperta, per un'eventuale pubblicazione. L'Esperta li dichiara INACCETTABILI e così, li traduce sistematicamente in una versione ACCETTABILE dalle Scuole Nazionali di Tessitura Tradizionale. Eh sì, perché lì, altri Esperti, avevano introdotto certe nuove attrezzature per la tessitura a mano, insomma: certi nuovi telai, da loro escogitati, ma che il popolo ignorante non si era mai sognati. Che fa il popolo? Sogna? No: Canta! E al ritmo del suo canto, muoveva i suoi piedi: per danzare o per tessere al telaio. Così, si comandavano i fili coi pedali. Così, nacquero i disegni che intrigano gli Esperti ma gli Esperti non cantano: misurano. E certo, loro misurano meglio del popolo, che dà misure sempre INACCETTABILI. Insomma poi, non si pubblicò più niente, di quei diagrammi stupefacenti. Ma troppo volgari. Viene da ridere, a ripensarci: ma, già vent'anni prima dell'incontro con l'Esperta, quei diagrammi si erano esibiti in una Mostra dal titolo: TESSUTI INVISIBILI.

Però il mondo va avanti, insomma progredisce: dopo il dominio nobile e quello borghese, si affermò finalmente la burocrazia. E anche lei fa rinascere il tessile... ovviamente, in maniera burocratica. Sempre di più, si afferma anche la Scienza, però non vedi stracci nei Musei, a meno che non siano riesumati da antichissime tombe. Ma già allora, quelle le tombe, chi mai se l'era potute permettere? Le pompe funebri ammettevano gli schiavi solo dopo che li avessero scannati, per consacrarli al perpetuo servizio del nobile estinto. Meglio nudi, gli schiavi, comunque, piuttosto che abbigliati nei soliti stracci bisunti, e la Storia ci insegna anche questo. Però noi di rado, ascoltiamo e guardiamo, tocchiamo e fiutiamo la Storia. Noi oggi al massimo, ce la leggiamo, senza accorgerci che se una Storia è scritta, non può essere l'opera di un'analfabeta. Come, ad esempio, quei rozzi analfabeti che ancora oggi s'inventano i più stupendi e complessi tessuti. Chi avrebbe mai l'ardire di invitarli in qualche "convegno internazionale" sulla didattica ISTITUZIONALE innovativa dell'arte tessile? Eppure quei rozzi, insegnano ancor oggi, senza dare lezioni. Che vergogna... non c'è più Istituzione!

Non importa: è passato tanto tempo, oggi gli schiavi non esistono più, a parte deprecabili eccezioni. Comunque sia, non li si seppellisce più, tutti nudi nelle tombe dei padroni. Quanto ai poveri e ai veri Maestri tessili, più o meno analfabeti ancora oggi, si può anche procurargli un domatore, e persino un passaporto con il visto, per poi esibirli in qualche altro convegno (non quello di cui sopra, che non arriva a tanto). Agli Atti dei Convegni, poi risulta il domatore, mentre il nome del povero e vero Maestro sprofonda nell'oblio, insieme, occorre dirlo, con tutti gli altri Atti del Convegno. Ma non importa, come insegna Aristotele: altro è l'Atto e altro è la Potenza: nessuno legge l'Atto, che però, in Potenza, esiste... e fa curriculum, come si suol dire. Naturalmente, con i dovuti appoggi.

Questa è Hollywood, baby, non puoi farci nulla: al nostro Convegno c'era il Ministro o un Sottosegretario, insomma il Sindaco o forse un Assessore, così siamo passati sul TG regiornale. Poi c'era il Curatore di un grande museo, un grande Critico e un grande Fratello. "Repubblica Cosmetici" ci ha fatto un trafiletto, ne ha parlato persino "Il Manifesto" nel prestigioso inserto culturale... Perché quest'arte tessile è, insomma,di sinistra: ha un origine realmente popolare. Oltre alla nikkia dove ci si konta, ci dedica un articolo persino "L'Avvenire", che è l'organo dei vescovi, sensibilissimo ai paramenti sacri. Così abbiamo una ricchissima rassegna stampa. Faremo un pesantissimo dossier di fotocopie: tutto fa legna, forse farà fuoco. Si vedrà poi, chi si potrà scaldare.

Anche grazie ai Convegni, pubblici o segreti, si lanciano progetti ed istituzioni per qualsiasi cosa... persino per insegnare le arti tessili al popolo, che ne ha tanto bisogno, non tanto di arti tessili ma quanto di imparare. C'è infatti un diritto-dovere allo studio. E' il diritto-dovere inesausto e infinito alla cosiddetta formazione permanente. Lo si può ben capire: teoricamente, sappiamo già tutto ma praticamente, non sappiamo più nulla. E dunque oggi, quasi nessuno si oppone all'accanimento didattico. D'altra parte, sembra quasi proibita ogni altra trasmissione del sapere che non rientri in un modulo scolastico. Qui ci si potrebbe forse appellare all'Articolo 8 nella Costituzione della vigente Repubblica Italiana: "L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento". Ma pure quest'Articolo 8, pare ora, che lo vogliano abrogare. Sarà d'accordo pure il Vaticano, che storicamente ha fondato
tante antichissime Università.

LG. 24 Feb 08

1 commento:

angela ha detto...

Ciao Luciano,
grazie per le cose che scrivi!
Mi danno il coraggio di pensare che il mio modo di sentire la magia e la profondità della tessitura è condivisa da altri.
angela