Il XXV Maggio dell'anno MMX, ho avviato un nuovo ordito per tessere nuovi Veli Impalpabili di Canapa, e anche di seta e anche con fili di autentico oro zecchino.
Oggi V Luglio, dopo 40 giorni, finisco il mio lavoro apponendo sigillo, firma e numero di targa, su 24 (ventiquattro) Veli finiti (tessuti, lavati e stirati), più 2 (due) Campioni per Archivio in Facoltà di Tessere.
Ciascun Velo di questi 24, differisce dagli altri rispetto ai disegni, ai materiali, o le tinture vegetali con la Robbia o con il Legno del Brasile.
Tutti i 24 Veli (ventiquattro), sono a disposizione dell'Umanità. Sia come Oggetti da collezione (privata o pubblica), sia come Tracce di informazione (pubblica e gratuita). Con ciò, ritengo di aver fatto il mio dovere... oltre che il mio innegabile piacere, che è sempre il segno autentico dell'arte.
Per disegnare in oro questi 24 Veli, ho approfondito l'esplorazione artistica iniziata in Templer Road - Blankets of Wisdom o Coperte di Sapere. In sostanza, ho esperito ulteriori variazioni in quel disegno ritmico che è permesso ed offerto dal Tempiale, quell'arnese umilissimo per tessere al telaio ma è insieme bacchetta per orchestrare il flusso dei segni tessili.
In sostanza: ogni attacco del Tempiale mi dà un intervallo ritmico, dove vado a tramare righe d'oro, con segmentazioni armoniche sempre differenti. E' così che ho disegnato dei composti ondulatori, astratti ed insieme concreti... com'è caratteristica della tessitura.
Tra questi 24, ho tessuto 5 pezzi più complessi, dove ho scritto e tessuto con l'oro il mio nome (GHERSI), tanto grande quanto il Velo. Qui ho ceduto in qualche modo alla moda molto in voga della griffe. Però quando il Velo si indossa e drappeggia, il mio nome è illeggibile nell'indistinto fulgore dell'oro.
Così come, del resto, resteranno segreti tutti gli altri disegni ondulati dall'oro. Per svelarli, bisognerà svelarsi, cioè spogliarsi dal Velo e dispiegarne i segni in tutto il loro fulgore.
Infatti ogni opera d'arte, sia pure tribale, prosegue il suo sviluppo nell'usarla. Qui si aggiunga che è natura della canapa l'ammorbidirsi vieppiù con l'uso. Una tela di canapa va sempre domata, così come un puledro selvaggio lo si avvezza, via via, al contatto con il suo cavaliere. Già più docili, quei Veli, dove, ho tessuto anche della seta.
Ogni filo dell'ordito era di canapa e troppo sottile. Per dare all'ordito più corpo, ho portato ed incrociato alternativamente 2 e 4 fili insieme. Dato il rispecchio che sta in ogni portata, il corpo dell'ordito non risulta uniforme. Esso è invece marcato da errori periodici... o per dir meglio, da segni regolari.
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giovedì 8 luglio 2010
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1 commento:
luciano, è geniale, elegante, circostanziato .. niente da aggiungere a questi complimenti.
una ammiratrice
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